L’intuizione di Basaglia fu quella di capire che gli internati avevano bisogno di esprimere il loro malessere e le proprie esigenze attraverso quel grandioso strumento, proprio dell’essere umano, che è la parola. Egli diede voce a chi non veniva ascoltato ormai da tempo. L’assemblea, all’interno del manicomio di Gorizia, e poi di Trieste, era un momento di riunione e confronto. Elemento imprescindibile di tale riunione era il verbale come strumento di identità collettiva e di autoregolazione del gruppo e come memoria del detto, nell’ottica che “verba volant, scripta manent”.
Tale metodo di lavoro è condiviso e praticato ancora all’interno del Centro Marco Cavallo. Nella grande Sala Basaglia (il nome non è un caso) il cerchio si ricompone a rappresentare un rapporto paritario e di uguaglianza nel quale tutti hanno diritto di parola e di ascolto.
L’assemblea principale è stata per molto tempo quella del “FAREASSIEME“, poi divenuta quella dell'”AGIRE COLLETTIVO“, aperta a tutta la cittadinanza, durante la quale si affrontavano prima della pandemia da Covid-19, tematiche come la salute mentale di comunità, il disagio psichico o le problematiche dei familiari, ma soprattutto si cercavano soluzioni reali e concrete e si programmavano tutte le iniziative, di matrice culturale e trasformativa, insieme. L’auspicio è che tutto possa riprendere anche con maggior vigore.
Riunione del Fareassieme